martedì 29 novembre 2011

DOVER BEACH

venerdì, 05 agosto 2005

DOVER BEACH
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LA SPIAGGIA DI DOVER
di Matthew Arnold



Calmo è il mare stanotte,
alta la marea, la luna posa chiara
sullo stretto. Il faro sulla costa francese
brilla e svanisce. Gli scogli inglesi si levano,
splendenti e maestosi, lontani sulla placida baia.
Vieni alla finestra, dolce è l’aria della sera!
Ma  dalla lunga linea della spuma,
dove il mare incontra la terra imbiancata dalla luna,
ascolta! Si ode lo strepito scabro
dei sassi che le onde sull’alta spiaggia trascinano e scagliano nel loro moto:
cresce, cessa, poi cresce,
con ritmo tremulo e lento instillando
eterne note di tristezza.
Sofocle in tempi antichi
le udì sull’Egeo, memore
Del torbido riflusso
Delle miserie umane. Noi pure
Scopriamo in quel suono un pensiero
In questo lontano mare del nord.
Alto era allora il Mare della Fede, e cingeva le spiagge della terra
Quale lucente cinta.
Adesso solo ne sento lontano
Il mesto lungo fragore, mentre si ritrae al soffio
Del vento notturno, fino al vasto e cupo
Limite del mondo, nuda pietraia.

Amore mio, siamo tra noi sinceri!
Ché il mondo aperto al nostro sguardo
Come un paese dei sogni,
ricco, meraviglioso e nuovo,
non offre gioia, amore luce,
né certezze, né pace, né conforto al dolore.
Noi stiamo qui su questa piana scura,
straziati da confusi allarmi di battaglie e ritirate,
dove eserciti ignari si scontrano di notte.


Testo da Poesia straniera - Inglese, Seconda parte, La Biblioteca di Repubblica, pagg,121-123

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