martedì 29 novembre 2011

Aurora Leigh

mercoledì, 20 luglio 2005

Aurora Leigh





Di scriver libri non si vedrà mai la fine,
Ed io, che molto scrissi in versi e prosa
Solo per altri, ora scriverò solo per me;
Scriverò la mia storia per il mio solo bene,
Come quando si dipinge il proprio ritratto
Per un amico che poi lo terrà in un cassetto
Per riguardarlo anche quando non ci amerà
Più, forse per confrontare com'egli era ed è.
E' l'incipit di "Aurora Leigh", romanzo in versi a cui Elizabeth Barrett Browning dedicò dieci anni di lavoro nella sua dimora fiorentina, rifugio e patri d'adozione, dopo la fuga d'amore con Robert Browning per sottrarsi al dominio del padre padrone.





E' il mio romanzo incantato, autobiografia di una donna poeta ma anche manifesto del diritto delle donne all'autodetreminazione, diamante letterario di figure umane e classi sociali e ispirazioni culturali. Come Elizabeth è la mia amica fuori del tempo e dello spazio, l'amica cui mi uniscono aspirazioni e sogni e amori, e l'amore per la poesia:


Oh, miei amati poeti! Mi sento con voi una
Cosa sola perché così vi amo, o perché è così
L'amore? Questo fragrante timo sotto i miei piedi
Mi condurrà veramente sul vostro sacro colle,
Alla vostra presenza, o semplicemente prova
Il frusciare delle vostre vesti profumate nei mei
Sogni? Quando, in gioia e pena, in me
Pensieri e aspirazioni restano muti come pause
Di flauti e di clarini, siete voi forse a risuonare?
E, se non lo faceste, suonerebbero ancora? Oppure
Questa mia musica è come per l'uomo la sua voce,
Il suo respiro, una cosa sola con quello della Vita?
Questo però è un dubbio per una stagione
Di nuvole.


Arthur Hughes, Aurora Leigh's Dismissal of Romney ('The Tryst'), 1860, oil on board, 39.4 x 31.0 cm, Tate Gallery, London.

Ritratto di Elizabeth Barrett Browning: http://www.npg.org.uk/live/search/portrait.asp?LinkID=mp00601&rNo=2&role=sit

Testi da: Elizabeth Barrett Browning, Aurora Leignh, Le Lettere, Firenze 2002; pag. 5; pag. 27

Nessun commento:

Posta un commento