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lunedì 12 dicembre 2011

Aspettando il Solstizio d'Inverno

lunedì, 21 dicembre 2009


Aspettando il Solstizio d'Inverno



Nella mia cucina il Sole quasi solstiziale al tramonto accende le lampade (di vetro di Murano, com'è ovvio in terra veneziana).

domenica 11 dicembre 2011

Tramonto di fine estate

martedì, 30 settembre 2008

Tramonto di fine estate
sulla campagna pugliese.

In gondola

lunedì, 28 luglio 2008

In gondola
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Tra le fortune di una vita fortunata devo iscrivere anche le mie frequentazioni veneziane. Queste tue bellissime immagini , cara harmonia, mi riportano a quella piacevole inquietudine ( uno sfarfallio alla bocca dello stomaco ) che mi prende girando per Venezia. Venezia comincia superando un canale che la divide dal Continente. Tutto quello che c'è prima ( piazzale Roma, i bus, i treni ) appartiene al Continente. Ma cosa è quel che c'è dopo? Pochi passi dentro una calle valgono un viaggio nel tempo; Venezia ha un suo tempo immoto, in cui esistono presenze e non memorie. Venezia è una epifania dello spazio-tempo. Ci cammino dentro così lentamente da far spazientire gli amici, che hanno sempre mete da propormi. Io invece leggo, da perfetto estraneo, vite trascorse che invece rimangono presenti: vedo fantasmi. E quando ho potuto girarci sull'acqua in gondola, ho capito che Venezia si nasconde per metà; il procedere onirico della gondola, immensa macchina magica nera e splendente, ti svela l'altra metà nascosta; quella dell'acqua scura, dei portoni che si aprono a filo corrente, i gradini muschiati degli ormeggi che suggeriscono percorsi misteriosi. Solo così capisci che sei dentro una città d'acqua, e che il gondoliere alle tue spalle è un misterioso anfibio che ti concede graziosamente un'emozione. Del resto i veneziani non erano navigatori; non navigavano per esplorare ma per andarsene per acqua verso un altro approdo. Lunga vita alla Serenissima.    ilvecchiodellamontagna
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Da Rialto al traghetto di Santa Sofia: i palazzi delle due rive del Canal Grande si specchiano nel nero lucido della gondola che si appresta ad attraccare incuneandosi in spazi minimi e scivolando con la consuetà sicura maestà come avesse intorno l'oceano intero. Dolcetta mi ha fatto un regalo eterno, eterno almeno quanto la mia vita. Bisognerà che ritorni, però, a cogliere le immagini della poppa dove il gondoliere danza la musica della gondola sull'acqua e suona il remo e le piccole onde intorno.
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Grazie, caro vecchio della montagna, grazie del grande emozionante pezzo che hai scritto per questa mia esperienza. Qui per me "si pare la tua nobilitate" di scrittore e di uomo che scruta, sente, "vede fantasmi". Non sapevo delle tue frequentazioni veneziane. Chissà se ci siamo mai incontrati...ma, d'ora in poi, soffermerò lo sguardo su chi cammina molto lentamente, tanto da apparire diverso dagli altri. Mi piace questo mistero dell'off line, che ci rende  fantasmi o presenze impercettibili e arcane. Grazie, caro vecchio della montagna. Per finire ecco un po' di cielo e di nuvole in quel tramonto.
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lunedì 5 dicembre 2011

Un tramonto americano

mercoledì, 26 luglio 2006

Un tramonto americano



Da mia figlia "dolcetta" mi è arrivato questo tramonto fulgido d'oro e pervinca che avvolge la sua casa fatata. Una esperienza fotografica dell'Empire des Lumières di Magritte. Corre l'immaginazione ai tesori racchiusi nello scrigno segreto velato-svelato dal fulgore di irripetibili luci sovrumane.



Beauty


A nobler want of man is served by nature, namely, the love of Beauty.
The ancient Greeks called the world κόσμος|{kosmos}, beauty. Such is the constitution of all things, or such the plastic power of the human eye, that the primary forms, as the sky, the mountain, the tree, the animal, give us a delight in and for themselves; a pleasure arising from outline, color, motion, and grouping. This seems partly owing to the eye itself. The eye is the best of artists. By the mutual action of its structure and of the laws of light, perspective is produced, which integrates every mass of objects, of what character soever, into a well colored and shaded globe, so that where the particular objects are mean and unaffecting, the landscape which they compose, is round and symmetrical. And as the eye is the best composer, so light is the first of painters. There is no object so foul that intense light will not make beautiful. And the stimulus it affords to the sense, and a sort of infinitude which it hath, like space and time, make all matter gay. Even the corpse has its own beauty. But besides this general grace diffused over nature, almost all the individual forms are agreeable to the eye, as is proved by our endless imitations of some of them, as the acorn, the grape, the pine-cone, the wheat-ear, the egg, the wings and forms of most birds, the lion's claw, the serpent, the butterfly, sea-shells, flames, clouds, buds, leaves, and the forms of many trees, as the palm.


Ralph Waldo Emerson, Nature, Shambala, Boston & London, 2003, pag. 8
To K&S.