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sabato 10 dicembre 2011

ERACLITO

giovedì, 10 gennaio 2008

di Jorge Luis Borges
ERACLITO
Eraclito cammina per la sera
di Efeso. La sera lo ha lasciato,
senza che la sua volontà lo decidesse,
sulla riva di un fiume silenzioso
il cui destino e il cui nome ignora.
C'è un Giano di pietra e qualche pioppo.
Si guarda nello specchio fuggitivo
e scopre ed elabora la sentenza
che le generazioni degli uomini
non lasceranno cadere. La sua voce dichiara:
Nessuno scende due volte nelle acque
dello stesso fiume. Si sofferma. Sente
con lo stupore di un orrore sacro
di essere anche lui un fiume e una fuga.
Vuole recuperare quel mattino
e la sua notte e la sua vigilia. Non può.
Ripete la sentenza. La vede stampata
in futuri e chiari caratteri
in una delle pagine di Burnet.
Eraclito non sa il greco. Giano,
dio delle porte, è un dio latino.
Eraclito non ha ieri né adesso.
E' soltanto un artificio che ha sognato
un uomo grigio sulle rive del Red Cedar,
un uomo che intesse endecasillabi
per non pensare tanto a Buenos Aires
e ai visi amati. Ne manca uno.
East Lansing, 1976
*
Heráclito
Heráclito camina por la tarde
De Éfeso. La tarde lo ha dejado,
Sin que su voluntad lo decidiera,
En la margen de un río silencioso
Cuyo destino y cuyo nombre ignora.
Hay un Jano de piedra y unos álamos
Se mira en el espejo fugitivo
Y descubre y trabaja la sentencia
Que las generaciones de los hombres
No dejarán caer. Su voz declara:
Nadie baja dos veces a las aguas
Del mismo río. Se detiene. Siente
Con el asombro de un horror sagrado
Que él también es un río y una fuga.
Quiere recuperar esa mañana
Y su noche y la víspera. No puede.
Repite la sentencia. La ve impresa
En futuros y claros caracteres
En una de las páginas de Burnet.
Heráclito no sabe griego. Jano,
Dios de las puertas, es un dios latino.
Heráclito no tiene ayer ni ahora.
Es un mero artificio que ha soñado
Un hombre gris a orillas del Red Cedar,
Un hombre que entreteje endecasílabos
Para no pensar tanto en Buenos Aires
Y en los rostros queridos. Uno falta.
*
Poesie di Borges a: Baruch Spinoza - Spinoza  - Joyce - Khayyam - Melville - Milton

domenica 4 dicembre 2011

Ἡράκλειτος Heràkleitos Eraclito

venerdì, 09 giugno 2006

 ράκλειτος Heràkleitos Eraclito



ΠΕΡΙ ΦΥΣΕΩΣ 
DELL' ORIGINE


    κόσμον τόνδε [τòν αυτòν απάντων] ούτε τις θεων ούτε ανθρώπων εποίησεν, αλλ`ην αει και έστιν και έσται, πυρ αείζωον, απτόμενον μέτρα και αποσβεννύμενον μέτρα.|
questo cosmo non lo fece né alcuno degli dèi né alcuno degli uomini, ma fu sempre, ed è, e sarà, Fuoco di eterna vita, che con misura si accende e con misura si spegne. (fr. 37)


   ουκ εμου~ (!), αλλα του λόγου ακούσαντας ομολογειν σοφόν εστιν εν πάντα ειναι
per chi ascolta non me, ma il logos, è saggio dire con esso sapienza è intuire che tutte le cose sono Uno, e l' Uno è tutte le cose (fr. 6)



    τα δε πάντα οιακίζει κεραυνός  
ma tutto governa la folgore (fr. 9)



   τò αντίζου συμφέρον και εκ των διαφερόντων καλλίστην αρμονίαν [και πάν|τα κατ'έριν γίνεσθαι]
ciò che si oppone converge, e dai discordanti bellissima armonia (fr. 11)





Eraclito di Efeso detto l'Oscuro (Αινικτίν "Ainiktin"), VI - V secolo a. C. Il "mio" Eraclito illustrato.

Un gioco, infantile e serio, di intreccio di  mille fili tra passato e presente, tra Occidente e Oriente, tra Grecia antica, India e Persia.

Ho scelto tre frammenti che richiamano con immediatezza l'idea indiana del brahman e quella persiana del fuoco, principio unico della creazione, e l'attimo taoista dell'illuminazione. Chiedo perdono per la banalizzazione di profondissimi misteri dello spirito umano.

(Prevale il desiderio di scrivere in greco sull'acribia ortografica. Non riesco a usare la tastiera greca nella sua completezza: mancano gli spiriti e gli accenti gravi e circonflessi. Prima o poi, imparerò e correggerò.)

da: Eraclito, I frammenti e le testimonianze, Fondazione Lorenzo Valla