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domenica 11 dicembre 2011

PRIMAVERA

domenica, 22 marzo 2009

domenica, 22 marzo 2009

PRIMAVERA

di Hermann Hesse


Primavera di Stabiae_Museo Nazionale di Napoli
In caverne oscure
a lungo sognai
i tuoi alberi e i tuoi cieli azzurri,
il tuo profumo e il canto degli uccelli.

Ora sei là, rivelata
nel tuo glorioso splendore,
inondata di luce
davanti a me, come un prodigio.

Tu mi riconosci,
tu mi attiri con dolcezza.
Io sento fremere in tutte le mie membra
la tua estatica presenza.
Frühling
In dämmrigen Grüften
träumte ich lang
von deinen Bäumen und blauen Lüften,
von deinem Duft und Vogelsang.

Nun liegst du erschlossen
in Gleiß und Zier,
von Licht übergossen
wie ein Wunder vor mir.

Du kennest mich wieder,
du lockest mich zart,
es zittert durch all meine Glieder
deine selige Gegenwart!

sabato 10 dicembre 2011

Equinozio di Primavera

giovedì, 20 marzo 2008

Equinozio di Primavera
Sunset: Planet Earth Credit: Expedition 15 Crew, NASA
1 Farvardin 1387 [2567]

 
 
 
NowRuz, NoRuz, NoRooz
(Persian New Year)





E' arrivata questa mattina alle 6:48 l'onda azzurra della primavera ondeggiando nell'aria leggera e profumata.

domenica 4 dicembre 2011

Noruz

lunedì, 20 marzo 2006

Equinozio di Primavera
Capodanno in Persia - Noruz (Nuovo Giorno) 1385

Il Nuovo Giorno era celebrato dalle grandi culture dell'antica Mesopotamia: Sumeri, Babilonesi, Persiani, Accadi. La festa risale a circa tremila anni fa, al tempo dello zoroastrismo, l'antica religione persiana prima della dominazione araba e dell'avvento dell'islamismo. Principi, credenze e suggestioni della cosmologia zoroastriana hanno conservato vitalità e profondità nel sentire delle persone, tanto che i fondamentalisti islamici non sono riusciti nel tentativo di sradicarli dalla loro anima.

I documenti archeologici più antichi ci sono arrivati dagli Achemenidi che 2500 anni fa crearono il più garnde impero della regione e costruirono il magnifico complesso di Persepolis, che i persiani chiamano "Takht-e-Jamshid (Trono di Jamshid).

La festa comincia l'ultimo mercoledì dell'anno che sta per finire: Chahar shanbe suri, cioè il  "Mercoledì-surì, in cui si preparano file di piccoli fuochi distanziati tra loro in modo da poterci saltare su ripetendo una formula propiziatoria.




Per la festa in tutte le case si prepara la tavola delle "sette S" (haftsin). Una tavola su cui devono esserci sette cose il cui nome comincia con "S", come quella che si vede nell'immagine.


   

Sabzeh (verzura di grano o lenticchie o orzo), simbolo di rinascita, purezza, opulenza e buona fortuna. 

   

Sonbol (giacinto), con il suo intenso profumo annuncia la primavera che arriva 



Sib (mela), simboleggi bellezza, salute, fragranza


     

Sekkeh (monete), fortuna e prosperità  



   



Serkeh (aceto), età e pazienza 

      

Somaq, semi rossoviolaceo, l'intenso colore del Sole sorgente     


Senjed (giuggiolo), rappresenta l'amore 


 

Sir (aglio), evoca la medicina contro il male
.
...
...
.
Pesci dorati in acqua pura e chiara rappresentano la vita.
.
.
Lo specchio, che incorpora e riflette la luce, evoca la creazione nel primo giorno di primavera e simboleggia la vita. Forse ricorda anche la Dea della Luce, Mitra o Mehr. 
*


Dedicato a "dolcetta" per augurarle buon anno.

domenica 27 novembre 2011

Flora


domenica, 06 marzo 2005

 Flora




"Oggi son detta Flora, ma ero una volta Clori; nella pronuncia latina
fu alterata la forma greca del mio nome.
E, Clori, ero una Ninfa delle Isole Fortunate, ove tu sai
che felicemente visse gente fortunata."


"È difficile alla mia modestia dire quanta fosse la mia bellezza;
essa donò a mia madre per genero un Dio. "




"Si era di primavera, e io me ne andava errando; mi vide Zèfiro, e io mi allontanai;
prese a inseguirmi, e io a fuggire. Ma fu più forte di me."
" Borea, come aveva osato prendersi una donna nella casa di Eretteo,
aveva dato al fratello ogni diritto di rapina.
Ma Zefiro fece ammenda della violenza dandomi il nome di sposa;
 non v'è alcun motivo di lamento nel mio letto coniugale."
"Io godo di eterna primavera; l'anno è sempre fulgido di luce,
gli alberi son ricchi di fronde la terra rivestita di verzura."

"Chloris eram, quae Flora vocor: corrupta Latino / nominis est nostri littera Graeca sono. / Chloris eram, nymphe campi felicis, ubi audis / rem fortunatis ante fuisse viris. / Quae fuerit mihi forma, grave est narrare modestae; / sed generum matri repperit illa Deum. / Ver erat, errabam; Zephyros conspexit, abibam; / insequitur, fugio: fortior ille fuit. / Et dederant fratri Boreas ius omne rapinae, / ausus Erecthea praemia ferre domo / Vim tamen emendat dando mihi nomina nuptae, / inque meo non est ulla querella toro / Vere fruor semper: semper nitidissimus annus, / arbor habet frondes, pabula semper humus."
Sulla mia terrazza la neve non si è ancora sciolta, il tepore del sole è timido timido, e intanto sogno la Primavera.

Ovidio, Fasti, V, vv. 195-208