martedì 29 novembre 2011

Arcipelaghi

giovedì, 11 agosto 2005


una poesia di Derek Walcott


Arcipelaghi


Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.

All’orlo della pioggia, una vela.

Lenta la vela perderà di vista le isole;

in una foschia se ne andrà la fede nei porti

di un’intera razza.

La guerra dei dieci anni è finita.

La chioma di Elena, una nuvola grigia.

Troia, un bianco accumulo di cenere

Vicino al gocciolar del mare.

Il gocciolio si tende come le corde di un’arpa.

Un uomo con occhi annuvolati raccoglie la pioggia

E pizzica il primo verso dell’Odissea.

Archipelagoes  

At the end of this sentence, rain will begin

at the rain's edge, a sail.

Slowly the sail will lose sight of islands;

into a mist will go the belief in harbours

of an entire race.
The ten-years war is finished.

Helen's hair, a grey cloud.

Troy, a white ashpit

by the drizzling sea.
The drizzle tightens like the strings of a harp.

A man with clouded eyes picks up the rain

and plucks the first line of the Odyssey.

da Mappa del Nuovo Mondo


Epico l'incontro di Derek Walcott con Omero, un incontro di arcipelaghi, dai Caraibi al Mediterraneo. Ritrovo i due poemi della mia fanciullezza in un soffio lirico. La memoria delle isole greche coinvolta con la bellezza delle natie isole caraibiche. La solitudine del peregrinare e del naufragio, la liberazione del viaggio, la necessità della ricerca. Derek è il mio Omero di oggi. Lui si dipinge così:


“I’m a red nigger who love the sea,
I had a sound colonial education,
I have Dutch, nigger, and English in me,
And either I’m nobody, or I’m a nation.”

"Io sono solamente un negro rosso che ama il mare,
ho avuto una buona istruzione coloniale,
ho in me dell'olandese, del negro e dell'inglese,
sono nessuno o sono una nazione".
Immagini: Rubens, Ulisse sull'isola dei Feaci; Derek Walcott; trad. Bianchi 

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