domenica, 29 gennaio 2006

L'isola del lago di Innisfree
William Butler Yeats
E costruirò una capanna laggiù, fatta d’argilla e canne,
Nove filari a fave avrò laggiù, un’arnia per le api da miele,
E solo starò nella radura ronzante d’api.
E avrò un po’ di pace laggiù, ché la pace discende goccia a goccia,
Discende dai velami del mattino fin dove canta il grillo;
La mezzanotte è tutto un luccichìo, il meriggio purpurea incandescenza,
La sera è piena d’ali di fanello.
Mi leverò e andrò, ora, ché sempre notte e giorno
Odo l’acqua del lago lambire con lievi suoni la sponda;
Stando in mezzo alla strada, sui marciapiedi grigi,
La sento nella fonda intimità del cuore.
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The lake isle of Innisfree
I WILL arise and go now, and go to Innisfree,
And a small cabin build there, of clay and wattles made:
Nine bean-rows will I have there, a hive for the honeybee,
And live alone in the bee-loud glade.
And I shall have some peace there, for peace comes dropping slow,
Dropping from the veils of the mourning to where the cricket sings;
There midnight's all a glimmer, and noon a purple glow,
And evening full of the linnet's wings.
I will arise and go now, for always night and day
I hear lake water lapping with low sounds by the shore;
While I stand on the roadway, or on the pavements grey,
I hear it in the deep heart's core.
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Desiderio della mente, tensione dello spirito, questo locus amoenus che rievoca l'incanto degli idilli teocritei. Innisfree è un luogo che esiste concretamente da qualche parte nel mondo, ma è anche il sogno dell'armonia naturale che ci portiamo dentro, nella nostra interiorità più profonda e più limpida.
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(Innisfree è un'isola piccolissima in Irlanda. L'immagine è una mia rappresentazione ideale. La traduzione è di Giorgio Melchiori, da Quaranta poesie, Einaudi, Torino, 1965)
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