venerdì 9 dicembre 2011

IL VINO DELLE FATE

lunedì, 23 luglio 2007


di Percy Bysshe Shelley

IL VINO DELLE FATE


Sono ubriaco del vino di miele
dell'eglantina, dischiusa dalla luna,
che le fate raccolgono in coppe di giacinto.
I pipistrelli, il ghiro e le talpe
dormono dentro i muri o sotto le zolle erbose
del cortile deserto del castello;
e quando a estate quel vino è versato sulla terra
   o i suoi vapori salgono tra la rugiada,
i loro lieti sogni sono pieni di allegria,
   e, addormentati, essi farfugliano di gioia - ché son poche
   le fate che recano ancora quelle coppe fresche!



 Wine of the Fairies
Fragment
I am drunk with the honey wine
Of the moon-unfolded eglantine,
Which fairies catch in hyacinth bowls.
The bats, the dormice, and the moles
Sleep in the walls or under the sward
Of the desolate castle yard;
And when 'tis spilt on the summer earth
   Or its fumes arise among the dew,
Their jocund dreams are full of mirth,
   They gibber their joy in sleep; for few
   Of the fairies bear those bowls so new!



Mi riporta agli umori visionari dell'estrema giovinezza questo Shelley "ubriaco del vino di miele dell'eglantina", quando capitava spesso di abbandonarsi a sogni bucolici, al tempo in cui si leggevano a scuola gli idilli di Mosco e di Teocrito. 


da Shelley, Opere, Einaudi - Gallimard, pagg. 148-149

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