martedì 6 dicembre 2011

ALBORZ


domenica, 04 febbraio 2007



ALBORZ





I monti Alborz hanno accompagnato alcuni anni della mia vita a Tehran. Immensi, le cime altissime perennemente innevate, onnipresenti lungo tutto l'orizzonte settentrionale della città, e misteriosi per i richiami che mi sembrava mandassero alla mia mente. Sentivo in maniera del tutto infantile che fra quelle rocce straordinarie si nascondeva un segreto che mi sarebbe stato rivelato se solo avessi saputo concentrarmi e ascoltare chissà quale voce lontana. Fantasie. Fantasie che la fotografia del giorno di ieri nel sito della Nasa ha fatto riemergere intatte e suggestive più che mai. Fantasie rafforzate da un link a un sito di fotografie che restituiscono alcune favolose immagini dell'Iran. Come non riandare con tutta l'anima al sublime Rumi e alla sua mistica Luna?



 LA LUNA


Nel firmamento è apparsa all'alba una Luna
è scesa dal cielo e ha rivolto a me lo sguardo.
Come falco che strappa via un uccello qual preda
mi rapì quella Luna e corse di nuovo nel cielo.
E quando me stesso guardai, più me stesso non vidi;
ché, in quella Luna, il mio Corpo per grazia sottile s'era fatto anima pura!
E quando viaggiai entro l'anima non vidi che Luna
finché svelato fu tutto della manifestazione eterna il mistero!
I nove cerchi del cielo s'erano immersi in quella luna,
e la barca dell'essere mio s'era tutta in quel mare nascosta.
Si franse d'onde quel mare, e tornò la Ragione
e lanciò il suo grido: così fu, così avvenne.
Spumeggiò, quel mare; e da ogni frammento di quella schiuma
di qualcuno venne un disegno, venne di qualcosa  un corpo,
e ogni frammento di schiuma corporea che si mostrò da quel mare
poi subito si fuse e in quel mare entrò ancora;
ma senza l'aiuto del Signore, del Sole divino di Tabrìz
non si può vedere la Luna, non si può essere mare.

Rumi

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